Landini Trekker 4: salto di qualità

I “Trekker 4” di Landini compiono un ulteriore salto di qualità. Tecnologico e stilistico. Rinnovati nei look e nelle motorizzazioni, oggi omologate stage V, mantengono però inalterate quelle doti di affidabilità e di efficienza che gli hanno permesso di rimanere ai vertici di mercato per oltre 30 anni.

Nati nel 1991, i cingolati Landini serie “Trekker” vantano una delle tradizioni più longeve e di maggior successo nel panorama della meccanizzazione agricola italiana. Fin dal loro esordio e per i successivi tre decenni hanno occupato stabilmente i vertici di mercato nel proprio segmento. A conferma di una bontà progettuale che i tecnici emiliani hanno poi saputo evolvere e aggiornare nel tempo. Ultima evoluzione in tal senso, il rinnovamento cui Landini ha sottoposto a inizio anno i suoi cingolati. Passaggio che ha impattato sia in termini estetici, con cofanature ridisegnate dalle linee aggressive e moderne che abbracciano il family feeling dei trattori di media e alta potenza. Sia a livello di contenuti tecnico-funzionali, per adeguare le motorizzazioni alle più recenti normative stage V.

In tale ottica, le versioni “Frutteto” e “Montagna” dei “Trekker 4” sono oggi equipaggiate con motori Deutz a quattro cilindri da due litri e 900 centimetri cubi in grado di erogare un range di potenze massime che spazia dai 75 cavalli della versione d’attacco “Trekker 4-085” ai 112 cavalli del modello più prestazionale “Trekker 4-120”.

Motori di ultima generazione

A tali performance concorrono alimentazioni common-rail a controllo elettronico e, per ottemperare alle più recenti normative anti inquinamento, l’azione congiunta di sistemi scr per l’abbattimento degli ossidi azotati, catalizzatori doc e di filtri anti-particolato a rigenerazione passiva. Gruppi che non necessitano di interventi manutentivi per conservare costante la propria efficienza operativa.

Fa eccezione a tale schema il già citato “Trekker 4-085” che supera gli standard senza dover ricorrere a sistemi scr. Tutte le unità rappresentano dunque la massima espressione motoristica per il segmento dei cingolati. Risultando anche sovralimentate mediante sistemi turboaftercooled e operanti sulla base di distribuzioni a due valvole per cilindro. Al trasferimento a terra delle coppie motrici provvedono poi trasmissioni meccaniche sincronizzate a quattro marce che, integrate sugli avanzamenti da una seconda gamma overdrive o, in alternativa, da super-riduttore, mettono a disposizione 16 velocità in avanti e otto in retro, selezionabili mediante un inversore meccanico o elettroidraulico.

Sterzo Hi-Drive

Così strutturati i nuovi modelli serie “Trekker 4” sono quindi in grado di disimpegnarsi con successo anche nelle applicazioni più gravose. Condotte quindi su terreni impervi e irregolari. Ambiti che esaltano anche le performance del sistema di sterzo idrostatico “Hi-Drive”. Quest’ultimo consente di gestire senza sforzi la direzionalità dei trattori grazie a due frizioni indipendenti, che comandano in maniera progressiva e calibrata le singole ruote motrici. Incidendo di conseguenza sulla velocità delle relative catenarie e sulla direzionalità della macchina. Le stesse frizioni, se azionate con la necessaria energia, fungono anche da freni. Opzione che permette loro di essere utilizzate anche per dar luogo a quelle rotazioni delle macchine sul proprio asse, manovre tipiche dei cingolati.


Alla movimentazione delle attrezzature è invece orientato un impianto idraulico a doppia pompa che mette a disposizione 28 litri al minuto per i servizi di bordo. Uniti a ulteriori 42 litri per alimentare fino a cinque distributori posteriori, l’innesto di una presa di forza a due velocità di lavoro, 540 giri disponibili in versione standard ed Eco o, in alternativa a quest’ultima, la seconda velocità a 1000 giri, e un sollevatore posteriore dalla portata massima di tre mila 150 chili. Capacità elevabile a quattro mila 500 chili integrando il gruppo con due cilindri idraulici supplementari.

Rinnovati anche i posti guida

Tutte soluzioni improntate alla produttività quindi. Il medesimo obiettivo cui guardano anche serbatoi carburante in grado di accogliere 85 litri. Così da minimizzare i tempi di fermo macchina indotti dalle esigenze di rifornimento. Sono invece orientati al comfort e alla sicurezza di lavoro i rinnovati posti guida piattaformati, completamente sospesi rispetto al carro e al motore mediate hydro-silentblocks.

Totalmente isolati anche dal calore e dalle vibrazioni, risultano equipaggiati con pedali sospesi in stile automotive e comandati idraulicamente. Con cruscotti digitali che riportano i principali parametri operativi del trattore e con una consolle dei comandi laterali completamente riprogettata per rendere ancora più facile e intuitivo il controllo dei gruppi di lavoro.

Landini Trekker 4: salto di qualità



Cabine originali e dedicate

I Landini “Trekker4” sono equipaggiabili in via opzionale anche con vere e proprie cabine che ne permettono l’impiego intensivo indipendentemente dalla stagione e dalle condizioni ambientali. I vani sono specificamente progettati dai tecnici del marchio emiliano per isolare al meglio l’operatore da rumori e vibrazioni. Alloggiandolo in un ambiente climatizzato e protetto da polveri, umidità e infiltrazioni, anche grazie all’efficiente sistema di filtraggio omologato.

Caratterizzate da telai portanti del tutto simili a quelli impiegati per equipaggiare i tradizionali trattori gommati, le cabine dei “Trekker 4” sono solide strutture a sei montanti. Soluzione che si adatta in modo ottimale ai layout costruttivi delle macchine, e vantano ampie pannellature atermiche che assicurano una visione completa sull’intera area di lavoro. Climatizzate mediante specifici impianti posti sotto il tetto, integranti anche filtri di aerazione di facile sostituzione. Propongono sedili rivestiti con materiali traspiranti e tetti completi di gruppi ottici da lavoro integrati, anteriormente, e direzionabili, al posteriore, che ne permettono un impiego sicuro anche durante le ore notturne o in condizioni di scarsa visibilità.

Minima pressione al terreno

I cingoli realizzano la propria motricità per via meccanica mediante lame o denti gommati che “agganciano” fisicamente il terreno. Tale soluzione si rende necessaria in quanto l’elevata superfice che poggia fra cingolo e fondo minimizza le pressioni specifiche sul terreno. Fino a renderle anche inferiori a quelle esercitabili da una persona che vi cammina. Senza lame o dentature il cingolo finirebbe col girare a vuoto, né la macchina potrebbe esercitare quella forza di trazione pari al suo peso che le permette di trainare attrezzature non altrimenti gestibili con trattori gommati di pari massa e prestazioni.

Proprio in tale ottica le cingolature sono disponibili in materiali e in misure diverse a seconda degli impieghi cui deve far fronte il trattore. Possibilità che i “Trekker 4” specialistici realizzano mettendo a disposizione sia catenarie in acciaio semi lubrificate, sia nastri in gomma rinforzati. Le prime offrono larghezze di 310 o 360 millimetri per i modelli “Frutteto” e di 400 o 450 millimetri per le versioni “Montagna”. I nastri in gomma propongono invece per entrambe le tipologie di macchine larghezze di 400 millimetri. Comune a tutte le cingolature, il sistema di staffaggio al carro realizzato mediante una molla balestra. Soluzione che assicura la massima aderenza al terreno dei gruppi trainanti, contribuendo, al contempo, al comfort di lavoro dell’operatore.

Landini Trekker 4: salto di qualità

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